MAL DI SCHIENA

Il mal di schiena è ormai sintomo comune, che colpisce una grande maggioranza della popolazione, una delle più frequenti cause di accesso al Pronto Soccorso.

L’approccio conservativo è nella maggior parte dei casi la prima scelta nel trattamento del mal di schiena e l’intervento viene preso in considerazione solo dopo il fallimento del trattamento non chirurgico.

Solo raramente, in presenza di una sintomatologia deficitaria, l’intervento chirurgico si rende necessario da subito.

Primo step per il trattamento del mal di schiena è la terapia farmacologica, inizialmente con comuni anti-infiammatori, miorilassanti e cortisonici.

Alla persistenza del quadro doloroso, può essere necessario passare a farmaci di seconda scelta, come gli oppiodi, oppure rivolgersi a specialisti di terapia antalgica.

Una volta diminuito significativamente, o ancora meglio eliminato, il dolore, il mio consiglio è sempre quello di rivolgersi a un fisioterapista.

Quando, nonostante tutti i trattamenti conservativi, il dolore arriva al punto di impedire una normale vita quotidiana e lavorativa, e in presenza di una correlazione tra il dolore e le immagini radiologico (risonanza), allora può essere necessario un intervento chirurgico.

Oggi il paziente che arriva all’attenzione dello specialista è spesso un paziente che ha bisogno di tornare a una vita normale, tornare a lavorare, a giocare con i figli, a praticare il suo sport preferito, ecc.

A questo scopo il ruolo della chirurgica mini-invasiva è fondamentale.

Mini-invasività che però non vuol dire una cicatrice meno lunga, ma significa la massima attenzione a preservare il più possibile la muscolatura. Qui entra il gioco l’esperienza del chirurgo, e la possibilità di avere a disposizione tecnologie sempre più all’avanguardia, come la chirurgia robotica.